Il turismo enogastronomico in Italia è sempre più protagonista e secondo i dati forniti dal primo “Rapporto sul turismo enogastronomico”: un italiano su tre, nell’ultimo triennio, si è concesso un viaggio dedicato alla scoperta dei sapori che caratterizzano i nostri territori.
Molte regioni italiane stanno già cavalcando questo trend e hanno intrapreso percorsi di rafforzamento del segmento enogastronomico.
In Trentino, la Val di Non, dove il 90% del territorio è coltivato a meleti, è un esempio di buona integrazione che rilancia agricoltura e turismo. Ciò a consentito il rafforzarsi di un dialogo nuovo tra i due comparti e oggi anche il territorio non più così diviso: gli agricoltori vanno a scuola di ospitalità e gli albergatori portano gli ospiti nel frutteto.
In Puglia poi, che è con Toscana e Sicilia fra le tre regioni italiane più scelte come meta enogastronomica, è interessantissima la nascita delle Masserie didattiche che in breve tempo sono diventate un modello virtuoso: concorrono al miglioramento del potenziale economico dell’impresa agricola, costituiscono un prezioso presidio per la tutela della biodiversità, contribuiscono a destagionalizzare il flusso turistico e creano nuovi percorsi di visita con la fruizione dell’entroterra rurale, delle località costiere, dei centri storici.
Il Friuli Venezia Giulia, invece, ha lanciato la Strada del Vino e dei Sapori con un processo di progettazione partecipata bottom-up di successo che ha visto l’organizzazione di 20 tavoli regionali, 30 incontri di presentazione sul territorio e oltre 1.000 stakeholder coinvolti.
Un nuovo interessante trend è poi il turismo della birra. La scoperta delle produzioni brassicole locali è sempre di più motivo di viaggio specialmente per i Millennials. Le produzioni artigianali sono in netto aumento e sempre più apprezzate dal pubblico. Assobirra, indica che il numero di queste realtà̀ imprenditoriali, in gran parte giovanili e ad alta intensità̀ occupazionale, si è più̀ che sestuplicato dal 2008 al 2016, passando da 113 a 718.
Questa crescita ha un forte impatto anche sul mondo del lavoro, con la nascita di nuove competenze e professioni, come l’hospitality manager per aziende food&wine dove competenze trasversali come l’empatia, la mediazione culturale, la conoscenza delle lingue straniere, lo storytelling, sono alla base e alle quali si aggiungono le competenze di marketing e di turismo, di scienze gastronomiche e di principi di agraria.